I bagni d’Abano, Venezia, Fenzo, 1753

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino.
 
 VIOLANTE e RICCARDO
 
 Violante
520V’ingannate Riccardo.
 Supererò il rossore.
 Vi dirò che il mio cuore
 prova per voi un amoroso duolo.
 Giuro sull’onor mio che amo voi solo.
 Riccardo
525Se creder lo potessi,
 felice me!
 Violante
                      Ma quando poi lo giuro
 credere lo dovete.
 Se dubitate ancor, voi m’offendete.
 Riccardo
 Perdonate, mia cara,
530ai dubbi del mio cuore,
 chi ben ama ha timore.
 Violante
                                             A questi bagni
 son venuta per voi.
 Riccardo
                                      Per voi venuto
 parimenti son io.
 Caro bell’idol mio,
535non partiamo di qui, pria che d’amore
 non si stringa fra noi perpetuo nodo.
 Violante
 A voi tocca pensare al tempo e al modo.
 
 SCENA II
 
 Monsieur LA FLOUR con alcuni fiori in mano e detti
 
 La Flour
 (Ecco i gelosi amanti.
 Io vuo’ con questi fiori
540dar un poco di pena ai loro amori). (Da sé)
 Riccardo
 Pria che giunga mio padre
 a penetrar il genio mio... (A Violante)
 La Flour
                                                 Madama.
 Riccardo
 Maledetto costui.
 La Flour
                                  A voi presento
 in questi vaghi fiori
545misto gentil dei più soavi odori.
 Violante
 Obbligata, signor. (Li ricusa)
 Riccardo
                                     Non ha bisogno
 d’altro odor peregrino.
 De’ fiori, se ne vuol, pieno è il giardino.
 La Flour
 Favorisca odorarli in cortesia.
550Odorati che li ha, li getti via.
 Violante
 (Lo farò per spicciarmi). (Piano a Riccardo)
 Hanno un odor sì raro? (Prende i fiori e li odora)
 La Flour
 Ogn’altro odor vi riuscirà men caro.
 Riccardo
 Oh via, basta così.
 Violante
                                    Dolce fragranza
555che mi penetra il core!
 La Flour
                                            Or se volete,
 li potete gettar.
 Violante
                               Cari mi sono.
 Gradisco ed amo il donatore e il dono.
 Riccardo
 Come!
 Violante
                Oimè! Qual dolcezza,
 caro monsieur La Flour, voi m’inspirate?
 La Flour
560Perdonate, madama... (Vuol partire)
 Violante
                                            Ah no restate.
 Riccardo
 Che stravaganza è questa?
 Come, Violante mia?
 Violante
 Oh dio! Non so che sia quel che mi sento.
 Provo un novel tormento,
565provo un novello ardore,
 per quegl’occhi vezzosi ardo d’amore.
 Riccardo
 Ah traditrice, ingrata.
 La Flour
 (L’han di me questi fiori innamorata).
 Riccardo
 Queste son le proteste?
570È questo il giuramento?
 Violante
 Un novello portento
 m’accende per costui la fiamma in seno.
 Non posso far a meno,
 il volto suo mi piace.
575Riccardo... (Oh mio rossor!) Soffrite in pace.
 
    Forza d’amor mi lega
 a una beltà novella
 né infedeltà s’appella
 quel che comanda amor.
 
580   A te pietà non nega
 questo mio core amante
 ma deggio a quel sembiante
 esser pietosa ancor. (Parte)
 
 SCENA III
 
 RICCARDO e monsieur LA FLOUR
 
 Riccardo
 Femmina traditrice! E voi che siete
585mio rivale in amor, che seduceste
 ad amarvi colei ch’era il mio bene,
 voi pagherete il fio delle mie pene.
 La Flour
 Che vorreste da me?
 Riccardo
                                         Rendimi conto
 colla spada fellon de’ torti miei. (Impugna la spada)
 La Flour
590Cimentarti con me? Pazzo tu sei.
 Riccardo
 Vieni o ti svenerò.
 La Flour
                                    Non ho timore.
 Riccardo
 Perfido!
 La Flour
                   Meco è vano il tuo furore.
 Riccardo
 Lo vedremo.
 La Flour
                          (Con l’arte
 io lo deluderò).
 Riccardo
                               Vieni al cimento.
 La Flour
595Vengo ma ne averai scorno e spavento. (Riccardo spaventato fugge)
 
 SCENA IV
 
 Monsieur LA FLOUR solo
 
 La Flour
 Oh che piacer grazioso!
 Che libro portentoso
 è quel che ho ritrovato!
 Come presto mi sono ammaestrato!
600Ho trovata la via
 d’innamorar le donne
 ed essere a lor caro
 senza la servitù, senza il denaro.
 
    Chi una donna vuol pretendere,
605chi da lei vuol farsi amar,
 il denar bisogna spendere
 e servire e sopportar.
 
    Di quei fiori portentosi
 agl’amanti vuo’ donar.
610Quando vedo donne a piangere
 io mi sento consolar. (Parte)
 
 SCENA V
 
 Stanza interna del bagno, con tutto quel che è necessario.
 
 LUCIANO e PIROTTO
 
 Luciano
 Pirotto.
 Pirotto
                 Eccomi qui.
 Luciano
                                         Sei tu?
 Pirotto
                                                         Son io.
 Luciano
 Ed io chi son?
 Pirotto
                             Voi siete il mio padrone.
 Luciano
 Luciano?
 Pirotto
                    Sì Luciano. Oh questa è bella!
 Luciano
615Non ho più la gonnella?
 Pirotto
                                              Non signore.
 Luciano
 La scuffia?
 Pirotto
                       Molto meno.
 Luciano
                                                E qui dinanzi
 avevo un non so che.
 Pirotto
                                        Non v’è più niente.
 Tutto sparì a drittura.
 Luciano
 Sai cosa mi restò?
 Pirotto
                                    Che?
 Luciano
                                                La paura.
 Pirotto
620Anch’io per dir il vero
 ne ho avuta la mia parte.
 È stato un caso bello
 vedermi trasformato in un Coviello.
 Luciano
 Ah vicino al morire io già mi sento,
625voglio far testamento.
 Pirotto
 Eh no padron mio caro.
 Luciano
 Della villa a chiamar vammi il notaro.
 Pirotto
 Volete intanto restar solo?
 Luciano
                                                  Intanto
 a letto me n’andrò bello e vestito.
630Aiutami.
 Pirotto
                    Son qui.
 Luciano
                                      Piano. Non voglio
 più nessuno veder.
 Pirotto
                                      Né men le donne?
 Luciano
 Donne? Donne? No no, le donne sono
 le maghe incantatrici.
 Esse saranno state
635che m’hanno le fattezze trasformate.
 Mai più donne, mai più. Sia maledetto
 quando mai le ho vedute... Andiamo a letto. (Aiutato da Pirotto, va nel suo litticiuolo serrato dalla trabacca)
 Pirotto
 Starete meglio assai,
 più caldo e riposato.
640Bisogna contentarlo,
 egli vuole il notaro, andrò a cercarlo.
 
 SCENA VI
 
 MARUBBIO e detti
 
 Marubbio
 Pirotto, che fai qui?
 Pirotto
                                       Zitto. Il padrone
 è in letto che riposa.
 Marubbio
                                        Ha forse male?
 Pirotto
 Quest’è il suo naturale.
645Quando ha un po’ di timore
 crede morir perché gli batte il core.
 Marubbio
 Il cor, per dirla schietta,
 batte un poco anche a me.
 Mi parve cosa garba
650il vedermi venir tanto di barba.
 Pirotto
 Codesta stravaganza
 cosa crediam che sia?
 Marubbio
 Io senz’altro la credo una magia.
 Pirotto
 Che sia tornato al mondo
655Pietro d’Abano ancor doppo tant’anni...
 Dai bagni, se è così, voglio andar via,
 che col diavol non voglio compagnia.
 
    Farfarello, Gambastorta,
 va’ lontan da’ miei confini.
660Ma se porti dei quattrini
 vieni pur, li prenderò.
 
    Fammi pure bru bru bru,
 fammi andar col capo in giù,
 fammi andar coi piedi in su.
665Per avere dell’argento
 mi contento di tremar. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 MARUBBIO, LUCIANO nel letto, poi ROSINA
 
 Marubbio
 In tant’anni ch’io sono in questi bagni,
 non ho mai più veduto
 caso simile a questo.
 Rosina
                                        Aiuto, aiuto. (Corre spaventata)
 Marubbio
670Cos’è stato?
 Rosina
                         Colà...
 Marubbio
                                       Dove?
 Rosina
                                                      Ho veduto...
 Marubbio
 Che?
 Rosina
             Una brutta cosa.
 Marubbio
                                             Che cosa?
 Rosina
 Brutta, brutta.
 Marubbio
                              Ma come?
 Rosina
 Si moveva...
 Marubbio
                          Davvero? (Con timore)
 Rosina
 Oimè.
 Marubbio
               Dite, cos’era?
 Rosina
                                          Un gatto nero.
 Marubbio
675E per un gatto si fa tanto chiasso.
 Rosina
 Mi guardava cogl’occhi.
 Marubbio
                                             E bene?
 Rosina
                                                               Oimè.
 Tremo dalla paura.
 Marubbio
 Paura d’un gattino?
 Rosina
 Ho paura ch’ei fosse un diavolino.
 Marubbio
680Ma sei pur una donna spiritosa.
 Rosina
 Ora son paurosa.
 Doppo che mi ho veduta
 diventar una vecchia colle rappe
 le budelle mi fanno lippe lappe.
 Marubbio
685Ora ti compatisco.
 È stata veramente
 la peggior burla che si possa mai
 fare a una donna. Sì, ti compatisco.
 Tutt’altro si potrebbe soportare
690ma non la malattia dell’invecchiare.
 
    Voialtre femine
 se gl’anni passano
 perdete il merito
 della beltà.
 
695   Non così gl’uomini
 che quando invecchino
 maggior acquistano
 la venustà.
 
    Belletti e polvere
700non ci abbisognano,
 siamo i medesimi
 in ogni età. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 ROSINA e LUCIANO nel letto
 
 Rosina
 Questa bella ragione io non l’approvo.
 Anche nell’uom la diferenza io trovo.
705Ma di già che son sola
 voglio un poco bagnarmi,
 col bagno ristornarmi
 voglio della paura che ho provata.
 Voglio nell’acqua entrar ch’è preparata. (Mostra di volersi spogliare. Luciano caccia fuori la testa dalle cortine del letto)
710Non vorrei che venisse qualcheduno.
 Voglio chiuder la porta.
 Luciano
                                             Andate via?
 Rosina
 Aiuto. (Non vedendo Luciano)
 Luciano
                Cos’è?
 Rosina
                               Il diavolo... Va’ via.
 Luciano
 Meschino me. (Ritira la testa)
 Rosina
                              Oimè! Sono imbrogliata.
 Questa voce no so da dove uscì.
 Luciano
715Il diavolo dov’è? (Escindo dal letto)
 Rosina
                                  Eccolo qui. (Si spaventa di lui medesimo)
 Luciano
 Dove?
 Rosina
                Brutto demonio...
 Da me che cosa vuoi?...
 Luciano
                                             Da me che chiedi?
 Rosina
 Da te non voglio niente.
 Luciano
                                              Né men io.
 Rosina
 Vatene.
 Luciano
                  Via di qua. Rosina addio.
 Rosina
720Il diavol mi saluta.
 Luciano
                                     No, carina,
 il diavolo non è.
 Rosina
                                Ma chi?
 Luciano
                                                 Luciano.
 Rosina
 Che vi venga la rabbia;
 che cosa fate qui?
 Luciano
                                   Venni, meschino,
 un poco a riposare.
 Rosina
725M’avete fatto quasi spiritare.
 Luciano
 Sentite...
 Rosina
                    Oimè.
 Luciano
                                  Che cosa è stato?
 Rosina
 L’avete voi veduto?
 Luciano
                                      Chi?
 Rosina
                                                  L’amico
 dalle calzette nere?
 Luciano
                                      Io no. Ma voi
 mi avete impaurito.
 Rosina
730Là... vedete... Là dentro io l’ho sentito.
 Luciano
 Là dentro v’ero io steso nel letto.
 Rosina
 Là dentro voi? Che siate maledetto.
 Luciano
 Ahi! Perché maledirmi?
 Rosina
                                               Perché voi
 mi faceste paura
735ed io son paurosa di natura.
 Luciano
 Finalmente son io...
 Rosina
                                       Mi trema il core.
 Luciano
 Compatite l’amore...
 Rosina
                                        Da fanciulla
 ho avuto uno spavento brutto, brutto.
 Luciano
 E adesso...
 Rosina
                       E adesso ancor tremo di tutto.
 Luciano
740Ma via...
 Rosina
                   Quando ci penso
 al spavento d’allora
 freddo mi viene ancora.
 Luciano
 Ma questa è un’oppinione.
 Rosina
 Un’oppinion? Sentite se ho ragione.
 
745   Una piccola bambinella
 ero ancora di tenera età.
 E la mama la poverella
 se ne stava lontana da me.
 
    Viene un gatto nero nero
750con i baffi... (Mi vien freddo).
 Mi guardava... (Tremo tutta).
 Oh che bestia brutta brutta!
 Mi voleva graffignar.
 
    Io gridai: «Frusta via».
755Fece gnao e se n’andò
 ma saltò su e giù,
 parea matto, ruppe un piatto.
 Poi tornò, mi graffiò.
 
    E ha lasciato al mio povero core
760un timore che mai se n’andò. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 LUCIANO, poi LISETTA
 
 Luciano
 Oh! Causa la paura
 che costei se n’andò. Pareami allora
 di star bene vicino a quel visetto.
 Ora mi torna mal; ritorno in letto. (Va nel letto, come era prima)
 Lisetta
765Che diavol di vergogna,
 tutti son spaventati
 per paura del diavolo. Ma io
 di lui non ho paura; affé se torna
 vuo’ spennacchiarlo e rompergli le corna.
 Luciano
770Lisetta. (Caccia fuori la testa dalle cortine e la ritira)
 Lisetta
                  Chi mi chiama? (Guardando qua e là)
 Luciano
 (Voglio farle paura).
 Lisetta. (Come sopra)
 Lisetta
                  Chi mi vuole?
 Luciano
 Bu, bu, bu, bu. (Fa il cane nascosto nel letto)
 Lisetta
                               Cagnaccio,
 dove sei? Vien fuori.
775Certo non mi spaventi,
 se avesti cento diavoli nei denti.
 Ma dove mai sarà? (Cercandolo)
 Luciano
                                       Lisetta. (Mette fuori la testa e la ritira)
 Lisetta
                                                       Zitto.
 La voce vien di qui, che sia nascosto
 sotto quel letto? Vuo’ veder. (Guarda sotto il letto)
 Luciano
                                                      Lisetta. (Come sopra)
 Lisetta
780Zitto, la voce è qui.
 S’è qualche diavolone
 io lo farò andar via con un bastone. (Prende un bastone che trovasi nella stanza)
 Luciano
 È andata via? (Caccia fuori la testa)
 Lisetta
                             Se torna!
 Luciano
 Eccola. (Ritira il capo)
 Lisetta
                 Vuo’ vedere...
 Luciano
                                            Bu, bu, bu.
 Lisetta
785T’ho inteso. Or son da te;
 prendi, brutto cagnaccio. (Dà delle bastonate a Luciano coperto dalle cortine)
 Luciano
                                                 Oimè, oimè.
 Lisetta
 Questa è voce d’un uom. Chi mai sarà?
 Voglio veder chi è. (Scopre il letto)
 Luciano
                                      Per carità. (Si raccomanda)
 Lisetta
 Bravo, signor Luciano,
790dovevate tacere ancora un poco,
 se goder volevate un più bel gioco.
 Luciano
 Vi son bene obbligato. (S’alza dal letto e scende)
 Lisetta
 Non siete più ammalato?
 Mi rallegro con voi.
 Luciano
                                      Ah che purtroppo
795sono pien di malani. Oh dei! Non so
 se persin questa sera io viverò.
 Vado, ma no; vorrei
 restar con voi... Ma sento...
 Voi mi date contento. Ohimè non so...
800Fra il restare e il partir ci penserò.
 
    Quel dolce visetto,
 quell’occhio furbetto
 il core nel petto
 mi fa intenerir;
 
805   la medica tu sei
 di tutti i mali miei,
 vorrei e non vorrei
 partir e non partir.
 
    Mio caro tesoro
810vi bramo, v’adoro,
 porgete ristoro
 a tanto languir.
 
    Con te giubilerei,
 con te risanerei,
815vorrei e non vorrei
 partir e non partir. (Parte)
 
 SCENA X
 
 LISETTA, poi RICCARDO
 
 Lisetta
 Povero pazzo! Sai cosa ti dico?
 Muori, non muori, non m’importa un fico.
 Riccardo
 Ah Lisetta pietà.
 Lisetta
                                 Che cosa è stato?
 Riccardo
820M’ha la vostra padrona assassinato.
 Lisetta
 Come? Vi ha preso forse
 i denari, la robba?
 Riccardo
                                     Eh scioccherie!
 Peggio mi ha fatto assai.
 Lisetta
                                               Non crederei
 vi potesse levar la sanità.
 Riccardo
825Ha trattato il cuor mio con crudeltà.
 Lisetta
 Via, via, non vi è gran male.
 Riccardo
                                                     Ah che soffrirlo
 certamente non posso.
 Lisetta
 Eppur convien soffrire.
 Riccardo
 No.
 Lisetta
           Che volete far?
 Riccardo
                                         Voglio morire.
 Lisetta
830Questa signore è l’ultima pazzia.
 Quando altro dir non sanno,
 tutti dicon così ma non lo fanno.
 Riccardo
 D’alme vili codesto è facil dono.
 Troppo costante i’ sono
835quando prometto affetto.
 E son fedel di crudeltà a dispetto.
 Traditrice Violante? Eccome mai
 fino sugl’occhi miei
 far finezze al rival per mio martello?
840Dirmi ch’è più di me vezzoso e bello?
 Intenderla non so; parmi che un sogno,
 che una larva sia questa; ed ho rossore
 di pensar che il suo cor sia traditore.
 
    Mi sento ancora impressa
845l’immagine nel petto
 di quel primiero affetto
 che fu giurato a me.
 
    Non è per me la stessa,
 purtroppo oh dio! lo vedo.
850Eppure ancor non credo
 che priva sia di fé. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 LISETTA, poi VIOLANTE
 
 Lisetta
 Quest’altro ganimede
 ha anch’egli i grilli sui,
 una donna vorria tutta per lui.
855Eccola. Oh se veniva un poco prima,
 si volevan sentir le belle cose!
 Violante
 Cento fiamme amorose
 arder mi sento in petto
 e non so la cagion del nuovo affetto.
 Lisetta
860Oh signora padrona,
 che mai avete fatto?
 Il povero Riccardo è mezzo matto.
 Violante
 Mi fa pietà.
 Lisetta
                         Bisogna consolarlo.
 Violante
 Vorrei poter amarlo
865ma un certo non so che non ben inteso
 rese il cuor mio d’un altro foco acceso.
 Lisetta
 Quel certo non so che
 che voi non intendete
 io ve lo spieghierò, se lo volete.
 Violante
870Ma come?
 Lisetta
                      Vi dirò; noialtre donne...
 V’è nessun che mi senta? No, siam sole.
 Abbiamo un diffettino
 che è una cosa galante,
 ci piace per lo più cambiar amante.
 Violante
875Ma io non son di quelle
 e tu bene lo sai.
 Lisetta
                                Sì lo confesso,
 tutt’amor, tutta fede ognor vi vedo;
 ma, signora padrona, io non vi credo.
 Violante
 Lisetta, mi fai torto.
 Lisetta
                                       Eh questi torti
880si ponno sopportar. Che mal sarebbe
 che aveste quattro o cinque innamorati?
 Si esamina, si pesa questo e quello,
 poi si sceglie il più buono ed il più bello.
 
    Se si compra un bel vestito,
885non si va da un sol mercante.
 E chi vuol trovar marito
 non si lasci infinocchiar.
 
    Nasi schizzi? Signor no.
 Nasi lunghi? Oibò oibò.
890Occhi loschi, gambe storte,
 teste lunghe, braccia corte
 sono tutti da scartar.
 
    Bel visino, bel bocchino,
 bel nasino piccinino
895sono cose da comprar,
 perché fanno innamorar.
 
 SCENA XII
 
 VIOLANTE sola
 
 Violante
 Pazza, pazza è costei
 e chi l’ascolta è pazzo più di lei.
 Non è in arbitrio nostro
900sceglier l’amante, scegliere lo sposo.
 Se questo fosse, anch’io
 solo a Riccardo mio darei il mio cuore
 ma altrimenti di me dispone amore.
 
    Forza d’amor mi lega
905a una beltà novella
 né infedeltà s’appella
 quel che comanda amor.
 
    Manco di fé con pena,
 amante di costanza,
910e soffro una catena
 più non intesa al cor.
 
 SCENA XIII
 
 Luogo delizioso con fontane ed una ringhiera con due scalinate latterali pratticabili e varie trasformazioni operate da monsieur La Flour.
 
 Monsieur LA FLOUR, travestito da giardiniere con fiori in mano
 
 La Flour
 Questa è la miglior prova
 che far poss’io del libro che ho trovato.
 Ecco un luogo formato
915con magica apparenza,
 costretto in eccellenza,
 in ordine e figura,
 in cui spicca il poter d’arte e natura.
 Ora con questi fiori
920voglio l’opra compire... Eccoli tutti;
 voglio farli restar stupidi e brutti.
 
 SCENA XIV
 
 LUCCIANO, ROSINA, LISETTA, PIROTTO, MARUBBIO ed il sudetto
 
 Luciano
 Oh la gran bella cosa!
 Lisetta
                                          È bella assai.
 Pirotto
 Un giardino più bel non vidi mai.
 Marubbio
 Cosa dite Rosina?
 Rosina
925Questa gran novità non so che sia.
 Marubbio
 Io la credo senz’altro una magia.
 Rosina
 Vado, quand’è così... (Vuol partire)
 La Flour
                                         Bella, restate.
 Rosina
 Chi siete voi? Parlate.
 La Flour
 Il giardiniero io sono
930e reco a voi di questi fiori il dono. (Presenta un mazzo di fiori a Rosina, l’altro a Lisetta)
 Lisetta
 Grazie. Che buon odor!
 Rosina
                                             Non me ne fido.
 Lisetta
 Di che avete timore? Io me ne rido.
 Sentite che fragranza. (A Rosina odorando i fiori)
 Rosina
 È vero, è un grato odor che ogn’altro avanza.
935Senta, signor Luciano.
 Lisetta
                                           Senta, senta. (Tutte due gli fanno odorare i fiori)
 Luciano
 Oh che soave odore!
 Ma qual fiamma d’amor mi sento al core?
 Lisetta
 Marubbio, senti un po’.
 Rosina
                                              Pirotto, odora.
 Marubbio
 Quest’odore m’incanta.
 Pirotto
                                             Ei m’innamora.
 La Flour
940(I colpi son già fatti.
 Or mi voglio goder quei cinque matti). (Si ritira)
 Luciano, Pirotto, Marubbio a tre
 
    Oimè cosa sento!
 Mi brucia di drento
 le viscere e il cor.
 
 Rosina, Lisetta a due
 
945   Che avete? Che fate?
 Smaniate? Perché?
 
 Luciano, Pirotto, Marubbio a tre
 
    Non posso star saldo,
 son caldo d’amor.
 
 Rosina, Lisetta a due
 
    Andate, baggiano,
950lontano da me.
 
 Luciano, Pirotto, Marubbio a tre
 
    Mia cara per pietà.
 
 Rosina, Lisetta a due
 
 Andate via di qua.
 
 Luciano, Pirotto, Marubbio a tre
 
    Non posso più star.
 
 Rosina, Lisetta a due
 
 Lasciatemi star.
 
 Luciano, Pirotto, Marubbio a tre
 
955   Perché no.
 
 Rosina, Lisetta a due
 
                          Fugirò.
 
 Luciano, Pirotto, Marubbio a tre
 
 Per pietà.
 
 Rosina, Lisetta a due
 
                     Via di qua. (Le due donne fugono e vanno sulle scalinate una di qua e una di là. Pirotto e Marubio vogliono loro correr dietro e nell’atto che vogliono salir le scale due mostri impediscono il passo)
 
 Luciano
 
    Correr non posso,
 son troppo grosso;
 forza non ho.
 
 Pirotto, Marubbio a due
 
960   Oimè.
 
 Luciano
 
                  Cosa c’è?
 
 Pirotto, Marubbio a due
 
 Non si ponno seguitar.
 
 Rosina, Lisetta a due
 
    Malcreati, disgraziati,
 imparate le zittelle
 poverelle a rispettar.
 
 Luciano, Pirotto, Marubbio a tre
 
965   Ah, nel petto dall’affetto
 io mi sento divorar.
 
 tutti
 
    Che prodigi! Che prestigi!
 Tanti diavoli qui stanno
 che mi fanno disperar.
 
 Pirotto, Marubbio a due
 
970   Non posso più star saldo,
 mi cresce ognora il caldo,
 mi voglio rinfrescar. (Saltano sulla fontana)
 
 Luciano
 
    Cosa fate?
 
 Pirotto, Marubbio a due
 
                         Osservate,
 io mi vado a solazzar. (Si gettano nella fontana e non si vedono più)
 
 Rosina, Lisetta a due
 
975   Oh che pazzi! Dentro i guazzi
 vanno il foco ad ammorzar.
 
 Luciano
 
    Dove son? Più non li vedo, (Osserva nella fontana)
 affogati già li credo.
 Non li voglio seguitar. (Pirotto e Marubbio compariscono sulla ringhiera)
 
 Rosina, Lisetta a due
 
980   Oimè.
 
 Pirotto, Marubbio a due
 
                  Siamo qui.
 
 Luciano
 
 Ma come!
 
 Pirotto, Marubbio a due
 
                      Sta’ lì. (A Luciano)
 
 tutti
 
    Che cosa portentosa
 che tutti fa tremar!
 
 Pirotto, Marubbio a due
 
    Mia cara! (Vogliono abbracciar le donne)
 
 Lisetta, Rosina a due
 
                         Briccone!
 
 Pirotto, Marubbio a due
 
985Pietà.
 
 Lisetta, Rosina a due
 
              Via di qua. (Mentre li due uomini insolentano le donne, queste spariscono)
 
 Luciano
 
    Sono ite, son sparite,
 io ne godo in verità.
 
 Pirotto, Marubbio a due
 
    Le ha portate per dispetto
 il demonio via di qua.
 
 Luciano, Pirotto, Marubbio a tre
 
990   Eppur sento che nel petto
 l’amor mio crescendo va.
 
 Luciano
 
 Eccole qua. (Le donne escono da due cespugli latterali)
 
 Marubbio, Pirotto a due
 
                         Eccole qua.
 
 Rosina, Lisetta a due
 
    Dove sono poverina?
 
 Luciano
 
 Mia Lisetta, mia Rosina
995tutte due venite qua.
 E voialtri state là. (A Pirotto e Marubbio, li due della ringhiera fondano nelle colonne e non si vedono più)
 
 Rosina, Lisetta a due
 
    Dove son? Più non li vedo,
 all’inferno già li credo.
 
 Luciano
 
 Via carine per pietà.
 
 Rosina, Lisetta a due
 
1000Signor no. State là. (Li due compariscono dalla fontana)
 
 Luciano, Rosina, Lisetta a tre
 
 Eccoli qua, eccoli qua.
 
 li tre uomini
 
    Bel visetto per pietà.
 
 le due donne
 
 Maledetto via di qua.
 
 li tre uomini
 
 Tant’amore m’arde il core.
 
 le due donne
 
1005Di furore m’arde il sen. (Esce monsieur La Flour e li tocca tutti con una verga e parte)
 
 tutti
 
 Ah ah ah ah. (Si guardano ridendo)
 
    La bella Girometta
 è bella come un fior.
 È tanto graziosetta
1010che mi consola il cor.
 
 Fine dell’atto secondo